Da un articolo pubblicato su Vita Nostra il 20/9/1992:

"Traggo da "L'Osservatore Romano" la finale di un articolo ricevuto dai Padri Capitolari Conventuali[...]: «Dall'Italia è pervenuta ai Frati Capitolari la dolorosa notizia della scomparsa di Fra Piero Casu, della religiosa provincia del SS.mo Crocifisso di Sardegna, deceduto sabato 5 settembre, all'età di 44 anni, presso un ospedale di Cagliari. Nel marzo di quest'anno Fra Piero aveva celebrato il XXV di professione religiosa. Era stato ricoverato all'ospedale il 16 giugno scorso. Le esequie sono state celebrate lunedì 7 dall'Arcivescovo di Oristano Mons. Pier Giuliano Tiddia. Migliaia e migliaia di «amici» si sono stretti attorno alla sua bara. Fra Pietro «apostolo della carità», noto e amato in tutta l'Isola, ha contratto la grave malattia che lo ha portato alla tomba, durante il suo indefesso servizio di carità e di amore verso il fratello bisognoso. Chiamato di notte da una famiglia di Oristano il cui figlio drogato si era suicidato, raggiunse l'abitazione di quel giovane, ne ricompose il corpo e pulì la stanza. Raccolse persino i vetri rotti e quanto in quella stanza fosse in disordine. Facendo questo si era prodotto qualche taglio alle mani. Poi, il successivo contatto con il sangue del drogato sparso in ogni angolo della casa. «Come Francesco - ha detto il Padre Provinciale di Sardegna Padre Paolo Atzei, presente al Capitolo - Fra Piero ha abbracciato il lebbroso. Resta per tutti noi un esempio di sacrificio, di donazione, di immolazione, di altruismo. E' morto per gli altri, perché ha amato il fratello fino a donare la vita". Ecco, ora tutti sanno perché Fra Piero è morto. E' morto vittima della carità. Dopo essere stato per tanti anni apostolo operatore di carità, è caduto sul campo, vittima del suo amore per il prossimo: amore che non gli lasciava calcolare la misura del suo donarsi. S'è donato tutto al completo, ci ha lasciato la vita. Ha corso il rischio, fino in fondo dove ha trovato la morte. Ma l'ha trovata come "sorella", che lo ha atteso per introdurlo dove "si ama" come Dio ama; dove ha trovato il suo Maestro divino che gli aveva insegnato non esservi amore più grande di quello di colui che dà la vita per coloro che ama; dove ha trovato S. Francesco che gli aveva dato l'esempio personale del come si imita Gesù Cristo nel dare la vita per coloro che si amano. A Gesù Cristo e a S. Francesco, Fra' Piero s'è potuto presentare, dicendo loro, quasi per battuta: ecco io ho imparato e son qui! Se non vivo, da morto è tornato ad Oristano, come Pio X aveva promesso ai veneziani congedandosi per andare al Conclave che lo elesse Papa: "Vivo o morto, tornerò" aveva detto. Fra Piero è tornato morto, ma più vivo di prima, e gli oristanesi lo hanno abbracciato come mai prima avevano fatto.
G.M. Cossu
Oristano 20 Settembre 1992"


Fra Piero è stato per diversi anni a Iglesias nel convento di S.Francesco. Curava personalmente le composizioni dei fiori e il presepio nel periodo di Natale: lo allestiva in modo particolarmente realistico, creando l'effetto del focolare nelle capanne e l'acqua che scorre, così come viene realizzato ancora oggi ogni anno.
Era un frate dotato di umiltà e semplicità, ma anche di grande simpatia, per questo tutti lo ricordano con affetto e rimpianto.


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